Giorno: 03.09.2010
Tappa: n. 2
Durata: 9 ore, dalle 6:30 alle 15:30
Percorso: 22,1 km
La ex-chiesa di Rocensvalles e il suo dormitorio mi hanno regalato una bellissima notte di riposo. Alle ore 6:00 in punto l’illuminazione a giorno della navata mi ha risvegliato dal mondo di orfeo. Dopo aver mangiato due biscotti e del succo parto verso la seconda tappa del Cammino di Santiago insieme a David e Ludovic.
Sulla via verso Santiago troviamo davvero molti pellegrini. Tra questi c’è anche una signora di circa 60 anni che traina lungo il percorso il suo pesante zaino (18 kg, circa 3 volte il mio) grazie a un carrellino simile a quello che usano gli anziani per fare la spesa, ma con la metà delle ruote rotte; stavamo camminando su un sentiero del tutto irregolare, pieno di sassi e tanti impedimenti per quel piccolo carrello monco! Avrei voluto aiutare quella signora, mi sembrava molto in difficoltà ma a malapena riuscivo a portare il mio di bagaglio quindi non sarei minimamente potuta essere di sostegno alla signora. Ho iniziato a parlare con lei, Marie, m’ispirava fiducia: scopro così che la signora e il suo fedele compagno a 4 ruote avevano già percorso 850 km o più, incredibile. Era partita dalla sua città, Parigi, con la sua meta sempre chiara in mente ma con la sua schiena che non le permetteva assolutamente di portare quel peso necessario a lei per affrontare il cammino. Sono rimasta affascinata dai suoi racconti e dal suo modo di presentarli, sempre col sorriso sul volto… un sorriso accompagnato da una postura per niente affaticata dallo sforzo, da una solidità interna dimostrata dal passo sicuro e cadenziato.
David e Ludovic – baldi giovani in forze, loro – si offrono di aiutarla a trasportare il suo zaino per tutto il giorno. Lei accetta senza cenni di sorpresa o di consolazione e semplicemente li ringrazia con un sonoro “Mercì!”. Parliamo con lei tutto il giorno, ne rimaniamo entusiasti e carichi nello spirito.
Arrivati a Zubiri abbastanza presto, troviamo senza problema un albergue con letti liberi pronto ad ospitarci. Laviamo i vestiti sudici a causa dei chilometri e del sole della giornata e ci dirigiamo verso il fiume del paesetto e lì beviamo un po’ di vino recuperato da non-mi-ricordo-chi e delle birre offerte dalla signora Marie. Lì su quella riva del fiume Arga, rilassiamo i muscoli indolenziti dalla giornata di cammino e mettiamo i piedi gonfi in ammollo nell’acqua corrente (gelida). Anche le birre si raffreddano un po’, diventano fresche al punto giusto per condividerle tra noi in allegria. Lì vicino al fiume incontriamo un sacco di cagnolini in passeggiata con i loro padroni; un labrador inizia a scodinzolarmi intorno e leccarmi dietro le orecchie. Avrei volentieri giocato con lui ma concluso il duro seppur breve giorno di cammino non ne avevo le forze… anzi, mi resi contro proprio lì che non ce la facevo nemmeno ad alzarmi tanti erano i dolori alle gambe. Anche i ragazzi sono stati messi a dura prova oggi, siamo tutti un po’ “rotti” come si suol dire.
Passano un paio d’ore, poi il dolore affievolito e la fame che inizia a farsi sentire ci portano verso il centro di Zubiri. Facciamo la spesa in un piccolo alimentari, compriamo qualcosa tutti assieme e dividiamo la spesa. Mi piace condividere e soprattutto in questi contesti lo faccio con grande piacere. Ricalca la mia idea di Cammino, riprende quello che penso sullo stare assieme e vivere lo stesso contesto ma soprattutto è ciò che unisce quando si fa un percorso assieme.
Questa sera cucino io… un’umile pasta e come contorno verdure. David recupera le stoviglie e le lava dopo il pasto. A tavola conosciamo un altro paio di pellegrini, una coppia spagnola di Zaragoza. Lì così come in tanti altri episodi della giornata imparo a conoscere le persone con cui sto camminando, sono persone normali ognuno con una motivazione diversa per essere lì. Anch’io ne ho una diversa dalla loro ma sono tutte importanti allo stesso modo per chi la vive.
La giornata si conclude tranquillamente: tra le risate arrivano le 22:00. Facciamo una solenne doccia quando tutti gli altri pellegrini sono già a letto e poi anche noi andiamo a dormire.