Questo viaggio a Zanzibar non era in programma. Quell’isola non faceva parte della mia lista dei posti da visitare, forse perchè non vedevo niente da fare lì oltre al mare… con tanti turisti.
È capitato tutto per caso, grazie ad una offerta trovata con partenza a novembre. Decidiamo di lasciare il freddo: volo da Milano via Roma per arrivare a Zanzibar in mattinata. La prima impressione è di disordine… l’aeroporto è piccolo, troppo per la mole di turisti che riceve ogni anno; tutti in fila senza un’effettiva fila da seguire; il ritiro bagagli divertentissimo: una stanzina (non c’è il rullo trasportatore bagagli) con tutte le valigie ammassate e dei ragazzi del posto che ti chiedono qual è la tua per passartela e poi pretendere la mancia… e se dici che non hai la mancia ti fanno aspettare, non ti danno la valigia. Lo troviamo divertente, soprattutto per il fatto che molti turisti lì presenti stentavano a dare un dollaro per il ritiro di due valigie dopo magari aver pagato molti soldi per un resort.
Fuori dall’aeroporto ci attende il piccolo pulmino dell’hotel per i nuovi arrivati. Il tragitto dura circa un’ora e, appena usciti dal grande centro abitato, dal finestrino ammiriamo i primi scorci della vera vita di Zanzibar: bambini scalzi che si rincorrono, polli, galline, cani liberi sul ciglio della strada, case fatiscenti e sicuramente senza acqua e corrente elettrica.
Finalmente arriviamo in hotel (stanchi ma soprattutto affamati) e il personale ci attende con un piccolo drink di benvenuto. Dopo i classici disbrighi per il check-in otteniamo le chiavi della camera e per raggiungerla percorriamo un piccolo tratto del magnifico giardino del resort pieno di alberi, palme, piante di ibiscus, bouganville e tanti altri tipi di fiori. Ci sono anche i perfetti nidi creati dai tessitori, piccoli uccellini instancabili lavoratori che non sembrano affatto aver paura di noi che li osserviamo da vicino. La camera è molto grande con letto a baldacchino, zanzariera, bagno ampio ed un bellissimo balcone verso il mare; senza televisione, per staccare completamente dal mondo.
Ci prepariamo per andare a pranzo, un enorme buffet con piatti locali, italiani e internazionali… tutti ottimi e ben preparati! Arriviamo poi per la prima volta in spiaggia: bellissima, bianca e soffice come il borotalco; è attrezzata con ombrelloni e sdrai, un bar dove poter prendere gratuitamente le bibite e un ristorantino dove il pomeriggio si può fare uno spuntino o mangiare pasti veloci.
Dopo cena andiamo nella sala ritrovo dell’hotel, una specie di piccolo teatro dove la sera fanno spettacoli e intrattenimento come karaoke, ecc. Qui ci vengono spiegate anche le escursioni che l’hotel offre. Ce ne sono tantissime: mezza giornata a Stone Town (la capitale), lo spice tour (Zanzibar è famosa per le sue spezie), la visita a Prison Island & Sand Bank (un’isola con le prigioni e una lingua di sabbia bianca che, con la bassa marea, affiora nel mezzo del mare), il tour al Jozani Forest (una foresta famosa per le scimmie endemiche che si trovano solo a Zanzibar) e l’avventura in quad alla scoperta della vera Zanzibar. Noi scegliamo le escursioni che ci sembrano meno costruite e più particolari del posto e quindi la visita alla foresta Jozani e l’avventura in quad.
Il giorno seguente lo passiamo a rilassarci in spiaggia e a giocare con i bambini dei negozianti.
Quello dopo ancora facciamo l’escursione in quad: prepariamo lo zaino pieno di quaderni, penne magliette e peluches per i bambini che troveremo in un villaggio in cui passeremo (portiamo sempre con noi qualcosa per i bambini quando possiamo). Il pulmino porta noi e altre due coppie che hanno scelto questa escursione al Zanzibar Quad Adventure gestito da una coppia di italiani che anni fa si è trasferita qui. Partiamo per questo stupendo giro che ci lascerà molto nel cuore; percorriamo strade in mezzo all’isola attraverso campi e palme. Bellissimi scenari di vita quotidiana davanti ai nostri occhi: la raccolta di spezie poi messe ad essiccare, il profumo intenso dei chiodi di garofano, la vegetazione rigogliosa e tanto altro.
Arriviamo infine in un villaggio in mezzo al nulla, nascosto e lontano da una strada principale. I primi ad accoglierci correndo sono dei piccoli bambini pieni di vita, che non stanno nella pelle nel vedere cosa abbiamo con noi nei grandi zaini. Lasciamo tutti i doni al capo villaggio che davanti a noi distribuisce alle mamme i regali in modo che a nessuno manchi nulla. La troviamo una scelta giustissima, in Kenya per esempio ci è capitato di dare i regali direttamente ai bambini ma i più grandi non ne lasciavano mai prendere ai più piccoli.
Le capanne sono costruire con fango, paglia e sterco; visitiamo alcune capanne per vedere la vita reale del posto, senza elettricità e dove si camminano chilomentri per avere acqua potabile. I bambini sono molto dolci, ci prendono per mano cercando di comunicare a gesti con noi. Una bambina in particolare mi ha molto colpito, l’unica in disparte quando siamo arrivati… non ha mai aperto bocca o cercato caramelle. Pensavo avesse paura di noi ma quando ci siamo avvicinati ci ha preso per mano e non ci ha più lasciati, nemmeno quando tutti gli altri ricevevano frutta e caramelle. Arriva il tempo di tornare indietro; ci dispiace moltissimo, saremmo voluti rimanere molto di più li in mezzo a quegli occhioni felici pur non avendo nulla! Ripercorriamo una nuova strada, sempre in mezzo alla natura, per poi riprendere la strada principale dell’isola. Ci accompagnano in hotel, noi siamo carichi di felicità per aver portato sorrisi e un giorno diverso dal solito a quei dolci bambini.
Il giorno seguente è molto più piatto: relax al mare e in piscina.
Il quarto giorno partiamo di mattina per Jozani Forest. La guida parla un ottimo italiano, ci spiega le arie differenze di piante endemiche e ci fa vedere le scimmie rosse endemiche del posto: sono tantissime, non pensavo di riuscire a vederne così tante. Da lì raggiungiamo un posto dove vengono curate le tartarughe marine e di terra prima che vengano rimesse in libertà. Una bellissima esperienza nella natura.
I giorni seguenti li passiamo in spiaggia a giocare con i bambini, a rilassarci ed a parlare con i ragazzi dell’hotel della loro vita.
La vacanza finisce presto. Torniamo all’aeroporto dove ci attende una lunga fila per il controllo delle valigie… vengono aperte una ad una. Di questo viaggio ricorderemo in particolare gli occhi e i sorrisi dei bambini, la gentilezza della gente del posto e il profumo delle spezie, così particolare ed intenso.