Nel mio primo racconto di viaggio su aCasaMai vi parlerò di un percorso negli USA che dal Golden Gate Bridge di San Francisco (California) è arrivato fino al Kalalau Trail passando per un parco nazionale grande come il Trentino Alto Adige, lo Yosemite Park.
Partenza da Roma il 22 Giugno 2015. Tipologia di viaggio? “Coppia on the road” per 22 giorni, quindi tanti chilometri con l’auto a noleggio accompagnati da spirito d’avventura e di adattamento.
Nella prima prima delle 3 tappe parlo di San Francisco e dello Yosemite Park.
Cosa dire, se è la prima volta che si va negli USA, San Francisco rappresenta una versione “soft” di quello che poi è il vero stile americano e tutti i suoi luoghi comuni: edifici estremamente grandi, panini grandi, persone grandi, auto grandi. Beh sono tutte cose vere… ma in effetti San Francisco ha gli angoli un po più smussati, è vero quando dicono che è molto “europea” nel complesso.
Il primo impatto comunque è destabilizzante, un sali-scendi continuo di strade, la famosissima “cable car”, la nebbia mattutina, pomeridiana e serale. Ebbene sì, siamo in giugno, siamo in California, ma se notate bene sulla cartina dove è disposta San Francisco, detta amichevolmente “Frisco”, capirete perché può essere necessario indossare un maglioncino la sera in estate… non è così raro vedere la colonnina di mercurio scendere sotto i 15 gradi!!!
Il ricordo però più intenso riguarda la gente: un melting pot di etnie, dove su tutte spiccano quella cinese con la stupenda China Town e quella italiana con il quartiere di North Beach.
La “piccola Pechino” della west coast mi ha colpito per gli odori, i sapori, il tentativo non proprio riuscito di far amalgamare un mercato globale e una popolazione con usi e costumi molto lontani da quelli americani.
Capire invece i confini di North Beach è assai facile, ogni semaforo stradale ha dipinto sopra una piccola bandiera italiana. Da queste parti arrivarono fra il 1700 e il 1800 molti emigranti liguri che costruirono negli anni una little italy californiana.
San Francisco ha moltissimo altro da offrire:
- la grandissima Bay, sede di famose regate, i “pier”, cioè i pontili in legno che pullulano di turisti alla ricerca di souvenir e cibo da strada a base di crostacei
- il Fisherman wharf (imperdibile la zuppa di granchio servita nella pagnotta scavata)
- la zona di Russian Hill set di famosissimi film
- ….potrei continuare per ore…
Il senso di questo racconto non è creare una versione home-made o made-in-china della lonely planet quindi non andrò molto nel dettaglio parlando delle strutture. Quello che vorrei raccontarvi è semplicemente la mia esperienza e – magari – dare qualche suggerimento per gli elementi che più mi hanno colpito.
Se penso a San Francisco immediatamente il mio ricordo va alla bicicletta! Consiglio fortemente di dedicare almeno una giornata in bici per visitare la città, favoloso il percorso dal Pier 39 per arrivare al Golden Gate Bridge… attraversare in bicicletta uno dei ponti più famosi del mondo è ancor meglio che farlo in macchina perché è possibile godere di ogni singolo dettaglio: il vento sul viso, il sole che tenterà di bruciarvi la fronte (e senza una buona protezione ci riuscirà). Ma soprattutto capirete quanto in questa città c’è attenzione per l’ambiente, ogni angolo anche se edificato non dimentica l’importanza del verde urbano e di preservarlo.
Ed è il verde il leitmotiv di questo viaggio che continua nello Yosemite Park.
Per arrivarci abbiamo deciso di passare per l’interno, scelta che è stata molto interessante per capire le realtà decentrate, l’equivalente dei nostri paesini, che negli States diventano piccoli agglomerati urbani che fanno capo ad un centro commerciale, una stazione di rifornimento, la scuola, i fast food.
I ritmi frenetici delle metropoli non trovano spazio in questa realtà lenta, fatta di persone che indossano stivali da cowboy, obesi che utilizzano il servizio Drive dei fast food perché non in grado di compiere qualche passo senza affanno, e tante altre contraddizioni americane che venivano nascoste dal luccichio della sfavillante San Francisco. Altro elemento che nelle metropoli sembra quasi folkloristico e invece in periferia diventa divario sociale è il grande numero di senza tetto che girano in lungo ed in largo gli Stati Uniti.
Ma eccoci ad Oakhurst, ingresso dello Yosemite Park. È veramente bello questo Yosemite Park? Vale la pena visitarlo? La risposta è SÌ.
Per diversi motivi, ma il più importante è che lo Yosemite non è un parco, ma un’area così vasta e particolare che vi darà l’impressione si essere voi l’attrazione per gli animali.
Forse sono stato io “fortunato”, ma incontrare 6 orsi in 3 ore sul ciglio o sulla strada che ti attraversano davanti non è cosa di tutti i giorni dalle nostre parti. La natura, le sequoie, i grizzly, i cervi, le cascate, ma soprattutto El Capitan. Questo monolite merita un capitolo a parte, è meta di pellegrinaggio per i più accaniti arrampicatori del mondo, tanto che al di sotto del grande masso vivono per mesi scalatori che cercano di superare la “ mission impossibile” rappresentata dallo scalare questo gigante.
Attraversando lo Yosemite si sale fino a tremila metri incontrando la Sierra Nevada, godetevi questa neve perché fra poco rimpiangerete la nebbia di San Francisco e il fresco mattutino dello Yosemite.
Tappa di uscita dal parco Mammoth Lakes, zona famosa perché le montagne si specchiano in laghi meravigliosi dove vi verrà voglia di affittare un kayak e attraversare in lungo ed in largo questi stupendi laghi. In tutto ciò l’elemento che mi ritorna di più in mente durante questo tratto di strada è il silenzio, centinaia di chilometri senza incontrare nessuno, immersi-dispersi nella natura, quasi presagio della quiete prima della tempesta…