Cammino di Santiago: León- El Azebo

A León non ho dormito bene purtroppo: il convento non era granché comodo (forse è sede di penitenza? 😝) e fuori dalla finestra sento tutta la notte i ragazzi della città fare festa urlando nelle orecchie dei poveri pellegrini nella mia stanza… quindi io compresa!

La mattina la partenza è stata regolare, a parte un po’ di sonno arretrato. Ho camminato benissimo con i miei 3 compagni di viaggio: la prima ventina di km sono facili da percorrere, ma poi… le gambe non reggono più. Avete presente i crampi? Beh, pervadevano ogni muscolo delle gambe!!! Una sensazione strana!

Gli ultimi 5 o 6 km della giornata sono stati più lunghi dei precedenti 20. Per fortuna si materializza davanti a me l’albergue di San Martin del Camino. Non piacevolissimo, ma indispensabile. Costosetto (non per i posti letto, ma per tutti gli altri add on, come ad es. un piatto di riso bollito in bianco + té a 10€!… o il fatto di dover pagare per usare i fornelli, cosa mai vista prima) e molto, molto poco pulito. Non importa, penso: devo riposare.

La mattina dopo mi sveglio e… è tutto passato! Percorro i miei bei 29 km fino a Santa Catalina de Somoza in perfetta forma.
Qui conosco un paio di pellegrini italiani, una coppia per la precisione, che stanno facendo questa bellissima esperienza insieme. È la seconda volta che si ritrovano davanti alle frecce gialle del Cammino di Santiago, ma sono arrivati al mio stesso punto. Sì, hai capito bene: sono dei pellegrini che hanno deciso di fare il Cammino a tappe in diversi anni. È una cosa possibile e anche abbastanza comune. D’altronde non tutti possono permettersi 30 giorni o più di ferie dal lavoro o di riposo dallo studio. La Credenziale (leggi sul nostro sito tutte le informazioni su questo importante documento per il Cammino di Santiago) può essere utilizzata anche così per ottenere la Compostela, ma a patto che si riprenda ogni volta il Cammino da dove lo si ha lasciato la volta prima!
Questa coppia è adulta, forse ha il doppio dei miei anni, ma è simpatica e mi trovo bene a parlare con loro. Passiamo una bella serata assieme e ci concediamo anche una cena fuori con altri pellegrini dell’ostello.

Il giorno dopo la meta è El Azebo. Percorro così altri 29 km, ma questa volta a 1490 metri sopra il mare! Si tratta della tappa più alta di tutto il cammino, anche se non con il maggiore dislivello.

Poco prima di arrivare in vetta si passa per la Cruz de Ferro, un luogo mistico dove si lasciano i sassi che i pellegrini portano dalla loro terra. È una montagna enorme… tutta di sassi e oggetti simbolici lasciati dai viandanti. Eh sì, è un posto di grandi emozioni, un po’ mistico anche!

Dopo la Cruz passo per Manjarin, un bellissimo paesino dal quale si inizia a vedere la discesa (finalmente) contornata da bellissimi paesaggi.