Questa è una delle cose che mi affascina di più della Thailandia: la superstizione e il credere agli spiriti (in thailandese phi).
I thailandesi credono nell’esistenza di moltissimi tipi di spiriti, quasi una quarantina… ma uno dei più importanti è lo “spirito della terra” al quale ogni volta che si costruisce un hotel, una abitazione o altri tipi di edifici, viene dedicata una piccola casetta (in thailandese chiamata san phra phum): viene posta su un piedistallo in modo che stia a livello degli occhi o più in alto e non devono mai stare all’ombra del complesso abitato in quanto, secondo le credenze thailandesi, attirerebbe le disgrazie; altra cosa molto importante sta nel fatto che la casetta deve dare “le spalle” all’abitazione principale così da non invogliare lo spirito ad entrare in casa.
Le casette vengono adornate da modellini di gesso come per ricreare la vita normale che si vive dentro una casa. Lo spirito occupa la stanza interna e solitamente è rappresentato con una spada nella mano destra e nella sinistra il libro dei morti. Attorno alla casetta sono poste piccole statue di animali e servitori.
Prima di entrare nella propria casa i thailandesi, al tempietto eretto per i phi, offrono incensi, fiori e cibo ogni giorno per evitare che questo spirito entri nell’edificio causando problemi e disgrazie.
Perfino ci sono dei giorni particolari, detti giorni favorevoli per poter “installare” il san phra phum (questo vale anche per la loro riparazione o sostituzione).
Questo viene anche raccontato da Tiziano Terzani nel suo bellissimo libro “un indovino mi disse”: “perché i pii fossero contenti, stessero in pace e non dessero noia ai comuni mortali, in ogni angolo della città, in ogni strada, davanti ad ogni casa c’erano dei tempietti dedicati a loro e la gente si curava di lasciarvi sempre del cibo, dei piccoli elefanti di legno, delle ballerine di gesso, un bicchierino pieno di alcool e delle belle, profumate collane di fiori di gelsomino. Ogni volta che si facevano le fondamenta di una nuova casa o si scavava un pozzo, subito si faceva anche un altarino allo Spirito della Terra per scusarsi del disturbo datogli con quei lavori e per chiedergli protezione nel tempo avvenire. Con le offerte, che poi venivano fatte regolarmente all’altare, si rinnovavano le scuse e le preghiere. Se nel corso di certi lavori era indispensabile tagliare un albero, c’era una speciale cerimonia con cui si chiedeva al pii della pianta il permesso di usare la sega ai suoi danni”.
La casa degli spiriti più famosa e più bella che un turista può vedere è quella chiamata Erawan Shrine, posta fuori dall’Hotel Erawan Grand Yat; fu eretta su ordine dei proprietari dell’hotel a seguito delle disgrazie avvenute durante la costruzione dell’edificio (in particolare la morte di alcuni muratori).
Anche Terzani sempre nel suo libro sopra citato “un indovino mi disse” parla dell’Erawan Shrine: “il pii del posto in cui era stato costruito il vecchio Erawan hotel era così contento di come era stato trattato che si mise a fare miracoli, e il suo tempietto è ancor oggi uno dei più frequentati e più popolari di Bangkok”.
Oltre ai tempietti-casette, contro i phi vengono indossati amuleti raffigurante Buddha: si dice che ciò serve per scacciare gli spiriti che stanno attorno alla persona; molto usati questi amuleti soprattutto dai conducenti di taxi…io ne ho visti veramente molti… provate ad osservare lo specchietto retrovisore interno di un taxi a Bangkok… forse troverete l’amuleto appeso assieme a coroncine di fiori di gelsomino che spesso si trovano in vendita fuori dai templi. A proposito di amuleti: i migliori vengono venduti al mercato degli amuleti “wat Ratchanadta”.