In Nepal viene venerata ancora ai giorni d’oggi la Kumari (che significa vergine), conosciuta meglio con il nome “Dea Bambina” reincarnazione della dea Taleju. E’ ritenuta sia una divinità buddhista che induista.
Ci sono varie leggende sulla figura della Kumari… quella più raccontata narra che un Re Malla giocava ai dadi con la dea Taleju, che gli appariva in forma umana. Una notte il Re desiderò possederla, e la dea, irata, disse che non sarebbe mai più tornata; il Re la supplicò e alla fine la dea Taleju promise di ritornare nella forma di una vergine inviolabile.
La scelta della Dea vivente avviene seguendo varie fasi: vengono scelte tra le bambine del clan Sakya (quello degli orafi e degli argentieri); vengono selezionate le bambine di 4 – 5 anni conformi ai 32 “attributi della perfezione” per questo ruolo.
Questi qui sotto sono più o meno gli attributi alla perfezione seguiti; ho scritto più o meno in quanto dipende molto da come viene fatta la traduzione dal sanscrito:
1) una testa tonda;
2) capelli neri, dritti, propensi alla linea verso destra;
3) una fronte ampia;
4) occhi neri, espressivi;
5) ciglia come quelle di una mucca;
6) lingua piccola;
7) una lingua umida;
8) venti denti e dentatura perfetta;
9) guance come un leone;
10) voce morbida e limpida;
11) collo come una conchiglia;
12) spalle rotonde;
13) braccia lunghe;
14) petto come un leone;
15) seni poco appariscenti;
16) mani e piedi delicati;
17) corpo come un albero di banyan;
18) organo sessuale non sporgente;
19) cosce come un daino;
20) un corpo forte;
21) un corpo puro;
22) piedi proporzionati;
23) segni circolari sotto le piante dei piedi;
24) pelle chiara e profumata;
25) pori della pelle ben delineati;
26) una bella ombra;
27) ombra color oro;
28) salute perfetta senza alcuna storia di malattia grave;
29) non deve mostrarsi disinteressata;
30) non deve piangere;
31) buona capacità a rimanere impassibile davanti al sangue;
32) nessuna cicatrice, ferite o perdite di sangue.
La prescelta, per provare due dei trentadue attributi alla perfezione e cioè il fatto che non deve piangere e che ha una buona capacità a rimanere impassibile davanti al sangue, viene chiusa per ore in una stanza buia tappezzata con teste di bufali appena decapitati e gocciolanti di sangue. Se la bambina riesce a non piangere, passa la prova.
Poi l’oroscopo della bambina selezionata viene studiato e giudicato se favorevole all’oroscopo del Re dagli astrologi.
Ultima prova la prescelta deve riuscire ad indovinare ed a sceglie l’abito e gli ornamenti della precedente Kumari tra molti altri indumenti simili.
Da qui la bambina diventa la personificazione vivente della figlia della dea Kali; da ora in poi lascerà la casa natale e i genitori assumendo così il ruolo a cui è destinata. Andrà a vivere nel Kumari Bahal, un edificio monastico costruito a metà del XVIII.
Diventando Dea si dovrà comportare come tale quindi verrà trasportata e non toccherà terra, non parlerà se non in privato, e chi si troverà davanti a lei dovrà prostrarsi e venerarla.
Potrà uscire solo per alcune festività religiose, la Indrajata è una di queste, ed in queste occasioni dovrà essere trasportata su un palanchino dal momento che come spiegato prima, la Kumari non può toccare terra.
Verrà servita e riverita come una principessa da chi ha questo compito… staranno così attenti a lei per non farle perdere il posto di Kumari: infatti qualora la Dea bambina venga a perdere sangue per una ferita, anche un piccolo graffio o l’intervento di un medico, verrà respinta in quanto non ritenuta più pura, più Dea.
La dea bambina viene osservata in ogni suo gesto e stato d’animo: se sorride è un buon segno, porta fortuna, occhi lucidi sta per morte imminente, lamento sta per grave malattia ecc.
Durante l”inizio della pubertà, tornerà tra gli umani e condurrà una vita “normale”; le verrà lasciata una ricca dote, e sarà libera di sposarsi e di avere figli.
Anche se la superstizione vuole che chi sposa una ex Kumari muoia nei mesi successivi alle nozze, tutte le ex Kumari (tranne le più giovani) si sono sposate e quasi tutte hanno avuto figli.
In Nepal esistono varie Kumari distribuite in tutto il Paese ma la più conosciuta è quella di Kathmandu, appunto chiamata la Kumari Reale.
Con un po’ di fortuna potete vedere la Kumari anche fuori dalle festività a cui partecipa: per poterla vedere vi dovete recare al Kumari Bahal, entrate nel piccolo cortile, lasciate una offerta e forse (decide la Kumari) la dea bambina si farà vedere dalla finestra al terzo piano di fronte all’entrata per pochi secondi. Non sarà possibile fotografarla, è severamente proibito ma, una volta che la Kumari si sarà nuovamente “nascosta”, potete fotografare il palazzo e la finestra da cui si è affacciata.
Dal 2008 molte cose sono cambiate: la Corte Suprema Nepalese ha deciso, accettando il ricorso proposto da un avvocato nepalese, che la Kumari potrà vivere con i propri genitori e recarsi a scuola come tutti i bambini della sua età.
Il destino di questa credenza-tradizione sembra essere incerto.