A inizio 2016 scrivo un TO DO nella mia agenda, decido di tornare nella città che più fino ad adesso mi ha fatto sentire “a mio agio” e in completo relax: Lisbona, capitale del Portogallo! Ho la fortuna (non troppo casuale) di ricevere un paio di voli in regalo da una persona speciale che sa di questo mio desiderio (Bergamo-Lisboa a/r)… si parte a giugno, il mese più giusto per il clima! Starò lì circa 3 giorni, è la terza volta che vado in Portogallo (ho già parlato del Tram 28 e presentato Cascais in questo sito).
Il 4 giugno Trenitalia mi porta verso Treviglio, un viaggio niente male ma come al solito in ritardo!!! É pomeriggio e l’attraversata tra Veneto e Lombardia al calar del sole é alquanto ispirante: zone di collina, campi, vitigni, il lago di Garda… tutti illuminati da una luce giallo oro ed esaltati nei loro colori naturali, i soggetti perfetti per un quadro impressionista.
Alle 20:10, dopo circa 3 ore, arrivo a destinazione. Mia zia Flavia mi viene a prendere in stazione, la vedo rilassata e sono felice di questo… è una brava persona e se lo merita! Stasera dormirò con lei nella casa di sua figlia Elisa e domani mi accompagnerà all’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo) al mattino molto presto (ore 5:45) e alle 6:45 già all’aeroporto.
C’era una scritta simpatica nel punto in cui mi ha lasciata “Saluta e vola, kiss and fly”. Non male, ci lascia il sorriso sulle labbra durante il saluto che ci divide.
Il volo con Ryanair va molto bene e arrivata a Lisbona sono circa le 10:00, un ottimo orario per godersi l’intera giornata nella città.
Mi ricordo ancora abbastanza bene dove andare per prendere la metro e mi sono studiata un po’ di nuovo le stazioni della metro. Arrivo in ostello con molta facilità!!! Per una volta non mi perdo ma sono sicura che in questa breve vacanza succederà.
Il Landscape Hostel di Lisbona è carino, non pulitissimo ma ospitale è molto comodo come posizione. Mi accoglie un ragazzone olandese che parla il portoghese meno di me… peccato, avrei voluto iniziare a esercitarmi in quella lingua che nei miei ricordi “va e viene”! Check-in ok, pochi euro (solo 8,50 a notte + 1 euro di tassa di soggiorno… Grazie a uno sconto di Hostelworld tramite cui ho prenotato il totale speso non è nemmeno di 25€ per 3 notti, mi batto il cinque da sola), si parte!
Faccio una camminata sull’Avenida da Liberdade vicino all’ostello, la strada che parte dalla rotonda che ospita la statua del Marques du Pombal. Leggo qua e là la guida e vengo attratta da uno spettacolo teatrale gratuito che si svolge ogni prima domenica del mese nel Museu Calouste Gulbenkian. Manca mezz’ora, mi avventuro. Niente da fare… mi “perdo” nella metro ed entro in una specie di loop perché credevo di essere salita in un’altra fermata della linea Azul rispetto a quella in cui realmente ero. Salgo e scendo le scale, chiedo, richiedo informazioni ad altre persone e sconsolata capisco di essere sempre stata sulla via corretta. Ormai è tardi ma decido lo stesso di raggiungere la destinazione perché dietro al museo c’è un bellissimo parco, vicino al Parque Eduardo VII e alla Plaça de Espanha che non ho mai visto prima. Una buona scelta per passare questa prima mattinata!
È domenica e il parco è pieno di bambini… Non é un caso, ci sono dei bellissimi laboratori immersi nella natura per loro e il luogo si presta molto devo dire. Io faccio una passeggiata, lo percorro tutto due volte, prima nella parte esterna e poi in quella interna.
I woow di questa visita sono molti, incomincio a elencarli: i paperotti con mamma papera che girano “a pé” (a piedi) tra le persone sdraiate sull’erba, la foresta di bamboo ad avvolgere un ruscello che scorre, il monumento fatto costruire in onore del primo responsabile del museo (alta due piani ma con le scale solo tra il primo e il secondo), i wc pubblici curatissimi (perché non citarli, hanno fatto davvero comodo!) e – last but not least – il magnifico anfiteatro con sedute in pietra immerso nel verde e protetto dagli alberi dal sole di mezzogiorno.
Mi siedo per circa 1 oretta in quel anfiteatro osservando la gente, fissando il vuoto e leggendo alcune pagine di un libro per me speciale. Circa un anno fa ho comprato questo volume molto leggero intitolato “Il Cammino di Santiago portoghese” scritto da due pellegrini italiani, Irina Bezzi e Giovanni Caprioli.
Ero in cerca di qualche libro su Amazon e tra i suggerimenti c’era lui, maledizione non ho potuto fare a meno di comprarlo. Dico maledizione perché è un progetto che ho in mente da molto tempo e leggere i suggerimenti e il percorso di questa antica via fa aumentare a dismisura in me la voglia di intraprenderlo. Ho portato questo libro con me a Lisbona perché mi immaginavo potesse ispirare almeno in parte la mia permanenza è così è stato. Decido lì, nell’anfiteatro, di seguire la via del cammino nei circa 10/11km che attraversano Lisbona, dalla Sè (cattedrale) al ponte Vasco do Gama. Il giorno più opportuno per farlo é il giorno dopo la mattina: lunedì va bene perché la gran parte delle attrazioni della città sono chiuse, mattina perché fa meno caldo se si parte presto. Sono molto emozionata per quello che ho appena letto nel mio libro e che ho deciso di fare. Approfondisco un po’ il percorso, lo riporto sulla mia mappa della città è segno i punti di interesse che sì possono visitare sulla strada. Non sto nella pelle! Appena tornerò in ostello (quando la mia giornata di vacanziera sarà finita) lo racconterò anche a Simone che mi ha regalato il viaggio.
Vado centro città per mangiare qualche prelibatezza locale (sono già le 16:30, ho moltissima fame) e trovo un piccolo ristorante poco lontano dalle vie principali ma con i prezzi decisamente più abbordabili per il mio portafoglio! Mangio sopa verde, maiale grigliato con patate e olive, il tutto accompagnato da una buona cerveja (birra) fresca.
Finito il pranzo/cena (mi é bastato per entrambi i pasti) mi metto in marcia.
La mia piccola Lonely Planet Poket mi suggerisce in uno dei suoi “The best…” una camminata nella città bassa niente male. Il punto di inizio è Praça do Comercio, quello finale è Santa Catarina…. passando per Baixa, Rossio e Chiado. Circa 4,5 km nel cuore della città. Non completo il percorso, non riesco a capire bene cosa dice la guida e ho voglia di fare una pausa rilassante. Alle 22 circa torno alla base.
Faccio una bellissima doccia purificante e lenitiva: ho camminato tantissimo e ho preso parecchio sole nel pomeriggio quindi “è cosa necessaria”. Prima però comunico a Simone la mia scelta per la giornata di domani! Gli anticipo via messaggio e gli dò appuntamento al telefono per raccontare meglio sia questa cosa che la giornata che ho passato. É orgoglioso e io mi rallegro che capisca quanto è importante per me.
Dopo la doccia conosco Matteo, un ragazzo sardo in vacanza a Lisbona come me tra domenica e mercoledì. Parliamo un po’ del più e del meno, una bella chiacchierata di mezz’ora dove ci accordiamo per andare il giorno dopo assieme a Sintra, nel pomeriggio ovviamente.