Da Johannesburg a Cape Town interamente “fai da te” si può tranquillamente realizzare un tour nel Paese che deve tutto a Nelson Mandela e alle sue lotte per la libertà e l’uguaglianza tra bianchi e neri. Il Sudafrica ha molto da offrire: splendidi paesaggi montuosi, vaste pianure costellate di fiori, dolci colline, tramonti infuocati, incontri ravvicinati con i Big 5 e non solo, caotiche città, affascinanti metropoli ricche di storia.
Se volete scoprire il Sudafrica in 20 giorni potete, anche io l’ho fatto! Armatevi di una buona guida turistica completa di mappe e di un modem portatile per trovare punti di riferimento su internet casomai il navigatore dovesse impazzire e prenotate con largo anticipo il volo intercontinentale ed i voli interni.
Atterrati a Johannesburg, capoluogo della provincia di Gauteng, non spaventatevi per il caos che abbandonerete a breve e non allarmatevi per la guida all’inglese!
In solo 4 ore di auto (calcolando un paio di soste snack), raggiungerete la regione del Mpumalanga. La cittadina di Graskop è circondata da gole e cascate. Le più spettacolari, a mio parere, sono le Berlin Falls (molto pittoresche al tramonto) e le Lisbon Fall. A seguire le Mac Mac Falls, più famose ma meno grandiose… anche perché non si riescono ad ammirare bene se non in elicottero!
Una volta lasciata alle spalle Graskop, l’attenzione va verso il Blyde River Canyon, il terzo canyon più grande al mondo, splendido! Tra gole e vedute mozzafiato, il modo migliore per ammirarlo è viaggiare in macchina lungo il suo bordo.
Le soste panoramiche sono molteplici e quella che mi ha fatto più battere il cuore è Three Rondavels che prende il suo nome delle tre capanne Xhosa… sembrano davvero tre capanne circolari! A piedi si arriva ad un paesaggio da cartolina, il lago artificiale di Blydepoort Dam dove non può mancare un selfie seduti quasi nel vuoto.
Io ho alloggiato in un luogo davvero romantico e sperduto nella natura… il Blyde River Canyon Lodge, accolta dal nitrire delle zebre ormai di casa.
Una cosa interessante che ho fatto qui è una piccola crociera al tramonto sull’Olifant River: dal battello ho avvistato gli animali della foresta che si abbeverano.
Vicino a Hoedspruit è tappa d’obbligo il Moholoholo Wildlife Rehab Centre, centro di recupero dove vengono portati animali trovati feriti dalle trappole dei bracconieri o ritirati da privati che non vogliono più tenerli (assurdo!… questi animali dovrebbero vivere nel loro habitat, non in casa…).
E poi la parte più bella di molte mete africane: il safari. Per poter scoprire il Parco Kruger potete soggiornare – come me – in una guest house a Phalaborwa a circa 5 minuti dal gate più vicino. Lo girerete in lungo e in largo e non ne vorrete mai uscire. Il paesaggio è parecchio diverso rispetto alla savana kenyota, il bush è molto fitto e intricato… non è facile avvistare gli animali che ben si mimetizzano. Fermatevi a contemplare il panorama vicino alle pozze d’acqua e prima o poi, oltre agli erbivori, farà capolino una leonessa o un elegante leopardo!
Un importante consiglio che posso darvi: se avete la fortuna di fotografare elefanti e rinoceronti ricordatevi di non pubblicare sui social e siti internet fotografie con indicazioni gps. I rinoceronti ormai si “contano sulle dita delle mani” a causa dello spietato bracconaggio, soprattutto ai confini con il Mozambico.
Non perdetevi poi il safari serale guidati dai rangers! Anche io l’ho provato… loro vi porteranno attraverso sentieri altrimenti vietati. Infine, lasciatevi trascinare tra le township di Phalaborwa dove verrete a contatto con storie di vita vera e realtà a mille anni luce dalla nostra… acquistate prima della farina o delle caramelle di frutta disidratata da lasciare alle famiglie, mi raccomando. Terminato il vostro safari, dedicate almeno 5 giorni alla natura selvaggia o la costa che si può raggiungere prendendo un volo interno da Nelspruit a Port Elizabeth.
Avete dubbi? Scrivetemi qui!
Altrimenti… Arrivederci alla prossima tappa!