Giornata intensa tra le città di Amarapura, Ava e Sagaing… templi, statue di Buddha e tanti ma tanti monaci!
Oggi un’altra grande giornata ci attende… visiteremo tre importanti città vicino a Mandalay: Amarapura, Ava e Sagaing.
Prima tappa la città di Amarapura, antica capitale a circa 11 Km a sud di Mandalay. Prima di arrivare però ci fermiamo lungo il tragitto e visitiamo un mercato: in questo posto la gente locale usa fare colazione e acquistare il cibo da consumare durante la giornata.
Non è stata una bella idea visitare questo mercato subito dopo aver fatto colazione… carne, pesce esposto con mosche intorno, interiori di animali e tanto altro: sta di fatto che usciamo, o meglio, scappiamo dopo appena 3 minuti nonostante siamo abituati a tutto ciò!
Arrivati ad Amarapura come primo sito visitiamo la pagoda Pahtodawgyi, pagoda di un bianco luccicante circondata da tantissimi alberi che ospitano dei scoiattolini curiosi. Qui vediamo anche ragazzi che sotto gli alberi studiano rivolti verso l’enorme pagoda.
Verso le 9:40 arriviamo al monastero Mahagandayon, il monastero più grande del Paese che ospita più di 1000 monaci di varie età.
Chiediamo al nostro autista se questo monastero, oltre ad essere il più grande del Myanmar, è anche quello con più monaci, lui ci spiega che su questa cosa è il secondo oppure il terzo e che uno con il più monaci si trova dalle parti di Yangon.
Qui l’autista viene in giro con noi per il monastero perché ci tiene a mostrarci le cucine dove del personale prepara il pasto, l’unico pasto perché i monaci mangiare una volta al giorno.
La cucina è piccola ma ci sono tre grandi pentoloni per bollire il riso, una parte per le verdure da cuocere, una per la carne e/o pesce. C’è anche un piccolo reparto dove vengono mondate le verdure.
Poco dopo assistiamo al pasto comunitario dove i monaci, verso le 10.20, si mettono in fila con la loro ciotola e, passo a passo, perfettamente composti ed immersi in un silenzio irreale ricevono la loro razione di pasto.
Tutto ciò lo troviamo un po’ turistico (infatti sarà il luogo dove oggi troveremo più turisti) ma è stato comunque interessante.
Successivamente raggiungiamo una fabbrica tessile famosa per la fabbricazione dei vestiti da sposa; lavorano tutti in modo molto veloce e creano dei vestiti stupendi.
Pochissimi minuti di auto e finalmente raggiungiamo il famoso ponte pedonale tutto in legno di tek chiamato il ponte di U Bein: è lungo ben 2 km ed ancora da oggi detiene il record del ponte in tek più lungo del Mondo.
Per costruirlo ci vollero due anni e fu usato il legno proveniente da residenze in disuso di Sagain e Ava.
Decidiamo di percorrere un pezzo: vediamo per lo più famiglie del posto, qualche turista e dei monaci; nonostante la tanta gente, il posto mette grande serenità. Durante questo periodo tutto intorno è allagato mentre, durante la stagione secca, cioè il nostro inverno, l’acqua di ritira e riaffiora la terra.
Proseguiamo alla volta di Ava, la piccola capitale sull’isola in mezzo al fiume; arrivati, prendiamo una barca condivisa con altri turisti e raggiungiamo l’isola. Ci mettiamo solo 15 minuti per arrivare.
Percorriamo qualche metro e già notiamo che tutto è mal tenuto, mucche distese sui monumenti, escrementi ecc. Rimaniamo molto male tanto da voler riprendere dopo solo mezz’ora la barca per tornare indietro. Non raggiungiamo neanche il tanto famoso Maha Aung Mye Bon Zan Monastery.
Il nostro autista rimane stupito nel vederci poco dopo già rientrati, così gli spieghiamo che un patrimonio del genere non può essere tenuto così e che non invoglia neanche il turista a visitare questo luogo; lui ci dice che non è affatto la prima volta che sente questo giudizio e ci spiega che negli ultimi anni Ava è stata un po’ abbandonato da chi vige sul mantenimento dei monumenti.
Ci fermiamo in un bar e chiediamo al nostro autista di farci compagnia che, dopo tanta tanta insistenza da parte nostra, finalmente accetta… Ordiniamo bibite fresche accompagnate dalle noccioline (in Myanmar nei bar frequentati dalla gente locale non mancano mai le noccioline!).
Parliamo un pò con l’autista, in particolare su come velocemente il Myanmar si sta aprendo dopo tanti anni al turismo… lui ci chiede se viaggiamo spesso visto che non abbiamo la guida, quali luoghi dell’Asia abbiamo già visto ed infine ci chiede, cosa pensiamo sinceramente del suo Paese e cosa ad oggi ci è di più piaciuto. Noi gli elenchiamo i paesi che in Asia abbiamo visto e ci dice: vi piace veramente tanto l’Asia! Poi gli diciamo che il suo è ancora un paese autentico è che a noi questo piace e ci ricorda molto il Nepal dal punto di vista di autenticità dei posti e delle persone. Non è una meta per chi non ha mai visto l’Asia, potrebbe non apprezzare. Poi gli diciamo che fino ad oggi il posto più bello visto in Myanmar è stato il lago Inle e che per noi è impensabile tralasciare la sua visita. Il silenzio, il lago e la sua gente, i bambini sorridenti con poco riempiono il cuore.
Allora l’autista ci dice: visto che vi hanno colpito anche i bambini, prima della prossima visita in programma, vi porto in un posto che di sicuro vi piacerà ma non vi dico nulla, sorpresa. Ci state? E noi: certamente!
Ci dirigiamo ed entriamo nell’area di Sagaing Hill, a 20 km a sud-ovest di Mandalay, importante per i molti monasteri e le infinite pagode che qui si possono trovare.
Poco dopo arriviamo fuori da un enorme portone, entriamo e rimaniamo a bocca aperta… una infinita di bambini, alcuni monaci alcuni no, di diverse età: siamo al Aung Myae Oo, free monastic education school, scuola nata grazie a Ven Vilasa che anni addietro notò l’assenza di istruzione dei bambini delle famiglie povere, così decise di fondare questa scuola completamente gratis per le famiglie povere e dei villaggi remoti; qui i bambini sono assistiti in tutto e per tutto, dalle cure sanitarie, all’istruzione, al cibo e all’alloggio. Lo scopo principale non è solo quello di dare ai bambini l’educazione moderna e cibo, ma anche per la loro formazione in educazione morale.
Assistiamo a qualche lezione di inglese, alla ricreazione dove c’è qualcuno che gioca a palla, qualcuno a nascondino, ed infine vediamo le classi dei più piccoli che appena ci vedono ci abbracciano e ci cantano una filastrocca del posto. Poi tornano da noi per giocare… sono veramente dolci e passiamo qui quasi un’ora.
Lasciamo una donazione e facciamo veramente fatica ad andarcene non solo per i bimbi che ci seguono ma proprio perché noi vorremo rimanere ancora molto tempo li. Tornati in macchina diciamo all’autista che questo è diventato per noi uno dei posti insieme al lago Inle più belli visti in Myanmar…lui è felicissimo.
Percorrendo una salita arriviamo al U Min Thonze a Sagaing e vediamo un lunghissimo corridoio a forma di mezza luna con tante porticine ed entrando davanti a noi tantissime statue di Buddha, 45 statue per l’esattezza.
Come turisti siamo solo noi ma il posto è frequentato da molti fedeli che pregano e offrono incensi ai Buddha.
Ultima tappa della giornata la Sun U Ponya Shin Pagoda, posta in uno dei punti più alti delle colline di Sagaing e uno dei posti più importanti di Sagaing Hill meridionale: qualche scalino e davanti a noi l’enorme statua del Buddha seduto ospitata in una sala stupenda color verde, tutta luccicante…uno splendore!
Dalla terrazza un panorama stupendo: scattiamo una foto verso il ponte inglese che prima abbiamo attraversato per raggiungere Sagaing Hill e da qui notiamo tante guglie di varie pagode.
Si sono fatte le 17:00 ed è arrivato il momento di tornare a Mandalay; riaccompagnati in hotel non ci resta che fare una doccia veloce, cena presto (siamo senza pranzo) e ci corichiamo… anche domani sarà una giornata intensa…ma non vediamo l’ora… buonanotte viaggiatori!