Sveglia alle 7:00 e dopo una veloce colazione prepariamo lo zaino con il cambio per un giorno e lo stretto necessario.
La mia valigia, l’unica per ora arrivata, la lasciamo in custodia all’hotel Reno di Yangon dove poi torneremo il giorno successivo.
Prima tappa è la città di Bago, una delle antiche capitali del Myanmar, di strada per raggiungere la Golden Rock dove siamo diretti.
Dopo circa due ore di auto arriviamo a Bago, conosciuta qui dai locali con il nome di Pegu e la prima attrazione che visitiamo qui è la Shwemawdaw pagoda, di struttura simile alla Shwedagon pagoda di Yangon ma più alta, esattamente raggiunge i 114 metri ed è visibile anche ad una decina di chilometri.
Rasa al suolo molte volte dai terremoti è sempre stata perfettamente ricostruita aggiungendo sempre più materiale prezioso.
Qui acquistiamo il Bago Archeological Zone Ticket al prezzo di 10.000 Kyats a persona (circa €. 7,50) e valido tre giorni dalla data di acquisto per la maggior parte delle attrazioni più importanti della città.
Facciamo un giro intorno alla pagoda e nei suoi tempietti sparsi… notiamo qui presenti molti bambini alcuni che girano soli ed alcuni con le loro famiglie intenti a porgere fiori e a pregare copiando i gesti dei più grandi.
Dopo circa una ora usciamo e da qui in macchina raggiungiamo Kanbawzathadi palace, perfetta riproduzione dell’antico palazzo reale, bruciato nel 1599.
Ad oggi però è ancora possibile qualche reperto scampato alle fiamme come ad esempio i grandi tronconi di teak che sostenevano parte di questa struttura. Nelle vicinanze vediamo anche la Trone Hall.
Altre circa due ore di auto attraversando villaggi molto molto poveri e arriviamo intorno alle 14:00 al villaggio di Kinpun che si trova ai piedi della montagna dove saliamo su dei camion che in modo spericolato portano turisti e fedeli alla Roccia d’oro.
Il camion è composto da cinque file di panche dove fanno salire circa sei persone per fila ed il costo è di 2.500 Kyat per persona (circa €. 1,90). Per i posti avanti 3.000 Kyat per persona (circa €. 2,20).
Se non si riesce a riempire una fila di panche di almeno 5 persone si paga di più. E’ anche vero che i camion partono solo quando sono pieni. Per fare circa 13 Km ci mettiamo quasi 45 minuti con in mezzo tre stop, uno per il controllo molto veloce o meglio dire “ad occhio” dei freni e due per aspettare il passaggio dei furgoni che scendono.
Scendiamo dal furgone ed a circa due minuti di camminata arriviamo all’hotel Mountain Top; check in e subito dopo ci incamminiamo verso la Golden Rock.
Affianco all’hotel c’è il check point dove, per passare bisogna pagare il permesso valido due giorni. Il costo è di 7.000 Kyat per persona (circa €. 5,20).
Secondo la leggenda, il grande masso ricoperto di foglie d’oro è tenuto in bilico grazie ad una ciocca di capelli di Buddha; venne chiesto al re in carica di custodire questa reliquia al di sotto di un masso che avesse la forma della sua testa.
La pietra giusta la trovarono in fondo al mare e portata a 1.100 metri di altitudine. La barca che trasportò la roccia una volta in cima si trasformò in pietra.
Il significato di Kyaiktiyo Paya (il vero nome della Golden Rock) in lingua Mon significa “pagoda sulla testa di un eremita”.
Il clima è piacevole e la camminata dall’inizio della scalinata al sito è corta: meno di un minuto e ci troviamo davanti a Kyaukthanban Paya che secondo la leggenda è la barca che trasportò la roccia e due minuti dopo da questo luogo vediamo in lontananza la sagoma della Golden Rock avvolta dalla nebbia che in questo periodo quassù è presente.
Man mano che ci avviciniamo la figura del terzo sito religioso più importante e frequentato del Myanmar ci appare sempre più nitida.
Il grande piazzale al suo fianco è frequentato da bambini e ragazzi che giocano in una sorta di calcio e da monaci e fedeli in preghiera.
Passiamo un po’ di tempo davanti alla Kyaiktiyo Paya seduti a contemplare ed ad ascoltare le preghiere dei fedeli.
Il mio compagno si avvicina e tocca la grande roccia in bilico, alle donne questo non è consentito così a me non resta che scattare foto e guardare da lontano con tanta tanta invidia!!!
Girando per tutto il luogo sacro notiamo che non c’è praticamente nessun turista europeo, solo noi ed una coppia di francesi che erano seduti affianco a noi nel camion durante la salita.
Passiamo alla roccia d’oro e nelle sue vicinanze quasi due ore e poi ci incamminiamo verso l’hotel ma prima di entrare facciamo un giro veloce per le bancarelle.
Dopo una doccia ed un riposino, decidiamo di cenare presto (siamo senza pranzo) con vista sulla Roccia d’oro che è illuminata. Verso le 21:00 ci chiama la gentilissima e professionale Marnie che lavora con la Kipling Tour che ci avvisa che hanno ritrovato anche la valigia del mio compagno e che la consegneranno a Yangon all’Hotel Reno dove torneremo domani.
Dopo la bella notizia non ci resta che abbandonarci ad un lungo e riposante sonno… ed anche il secondo giorno in Birmania si è concluso.