Oggi raggiungeremo Mandalay, città ritenuta la capitale culturale del Myanmar, non solo dal punto di vista delle attrazioni, dei templi, della storia che ha ma anche per l’artigianato locale e le botteghe artigiane.
Ci svegliamo presto, prima della sveglia puntata alle ore 7:00… chissà per quale strano motivo ogni volta che siamo in viaggio riusciamo a precedere la sveglia mentre quando siamo a casa la sveglia può suonare anche per molti minuti!!!
Abbiamo appuntamento con l’autista alla ore 9:00 e, dopo circa dieci minuti di auto ci ritroviamo davanti vallate stupende, di un verde rigoglioso; stiamo lasciando Kalaw posta a a 1300 metri dove c’è un fresco molto piacevole!
Ad un certo punto ci fermiamo perché veniamo attratti dal passaggio di due elefanti usati in questa zona per lavoro.
Qui vediamo anche una scuola piena di bambini che studiano praticamente all’aperto e vengono distratti ed incuriositi dalla nostra presenza. Ci guardano, ci sorridono.
Decidiamo di lasciare gli ultimi pennarelli e penne che abbiamo con noi.
Man mano che ci avviciniamo a Mandalay l’aria si fa molto più calda ed il sole picchia di più; intorno tutto e meno rigoglioso e si notano distese di chili messi ad essiccare sui bordi delle strade.
Ci fermiamo in un bar insieme al nostro autista per bere qualcosa e per sgranocchiare qualche nocciolina: in Myanmar è abitudine servire il bere accompagnato da noccioline.
Arriviamo a Mandalay intorno alle 14:00 ed è anche arrivata l’ora di salutare il nostro autista che ci ha accompagnato in questi giorni dal lago Inle fino a qui, oggi pomeriggio poi conosceremo un nuovo autista.
L’hotel Yadanaborn, dove soggiorneremo per due notti, è molto carino e ben tenuto, la nostra camera molto grande e con tutto il necessario.
Dopo circa un’ora arriva il nuovo autista e per prima cosa ci porta a visitare il vecchio palazzo reale che complessivamente occupa una area di circa un chilometro quadrato circondato da mura alte ed un fossato.
Gli edifici non sono quelli originali, duramente colpiti da incendi e distrutti anche durante la seconda guerra mondiale.
Saliamo anche sulla torre dove troviamo davanti a noi una bellissima vista su tutta la struttura.
Tutto il luogo dentro le mura è ben sorvegliato perché nei pressi vivono tutte le famiglie che fanno parte dell’esercito.
Qui stiamo poco più di mezz’ora per poi arrivare nel bellissimo monastero Shwenandaw, stupendo monastero in legno adornato da degli intarsi spettacolari.
Un tempo era l’appartamento privato di re Mindon fino a quando alla sua morte il figlio Thibaw decise di spostarlo ai piedi della Mandalay Hill facendolo diventare un monastero e tu non luogo di meditazione.
Grazie a questo spostamento, ad oggi è l’unico superstite degli edifici del palazzo reale in quanto tutti gli altri sono stati distrutti durante la seconda guerra mondiale.
Prossima visita: Kathodaw Paya, resa famosa per il fatto che qui è conservato il libro più grande del Mondo; la visita avviene molto velocemente.
Il tempo passa velocemente e si avvicina anche l’ultima visita di oggi: ci aspetta un fantastico panorama sulla città da Mandalay Hill; qui visitiamo anche il tempio molto colorato.
Restiamo un bel po’ ad osservare il panorama, mette molta tranquillità, soprattutto accompagnato dalle voci delle preghiere e i suoni delle campane.
Tornati in hotel dopo circa una ora decidiamo di raggiungere a piedi un ristorante trovato su internet, 15 minuti a piedi dall’hotel… 15 minuti di terrore … macchine che corrono all’impazzata, niente semafori, marciapiede quasi inesistente e se c’è è occupato da bancarelle, una infinità di motorini che sfrecciano e suonano, cani randagi e tombini aperti… il tutto con pochissima luce presente e naturalmente la nostra torcia, che siamo usati portare sempre con noi, oggi è rimasta sul comodino in camera!!!
Dopo una buona cenetta e la vista di una partita di calcio inglese (non per scelta mia) ci dirigiamo nuovamente verso l’hotel allungando un po’ la strada per digerire.
Tutti a nanna! Domani è un altro giorno…